Le unità da diporto

L’italiano è una delle lingue più belle e complesse del mondo: ricca di sinonimi e sfumature, questa abbondanza spesso porta a confondere o utilizzare nel modo sbagliato alcune parole.

Questo succede anche quando si parla di navigazione, mezzi da diporto, barche e yacht… una gran confusione!

Per esempio secondo l’enciclopedia Treccani il diporto nautico ​​è quell’attività nautica che si svolge a scopi sportivi o ricreativi e senza fine di lucro. Tali caratteristiche determinano un particolare regime del diporto, che è dotato di nome e istituti propri, tali da collocarlo in posizione di autonomia rispetto al più ampio fenomeno della navigazione.

Per la navigazione da diporto esiste infatti un codice specifico, il Codice della Nautica da Diporto appunto.

Navigazione da diporto

Le norme di legge suddividono le imbarcazioni da diporto in diverse categorie:

  • Unità da diporto

È la categoria generale, che comprende le costruzioni di qualunque tipo e con qualsiasi motore, destinate alla navigazione da diporto (quindi come abbiamo visto per scopi ricreativi o sportivi). Si utilizza per indicare qualsiasi tipo di barca atta alla navigazione.

  • Natante da diporto

In questa categoria rientrano le unità di diporto a remi, a motore o a vela che abbiano uno scafo con una lunghezza inferiore ai 10 metri, usate sia in acque marittime che in acque interne. A questa tipologia appartengono anche  pattini, pedalò, tavole a vela, acquascooter o moto d’acqua (per gli ultimi due esiste però una disciplina particolare).

  • Imbarcazione da diporto

Unità in cui lo scafo è lungo dai 10 ai 24 metri, comprendenti sia quelle a motore che quelle a vela. L’imbarcazione deve essere iscritta nel R.I.D. (Registro Imbarcazioni da Diporto). In questo caso i limiti per la navigazione e il numero delle persone che possono salire a bordo sono indicate nella licenza di navigazione, documento da tenere a bordo durante la traversata. 

  • Nave da diporto

Sono tutti quei mezzi con uno scafo che abbia una lunghezza superiore a 24 metri.

Un’ulteriore suddivisione delle unità da diporto può essere fatta in relazione all’utilizzo, se privato o a fini commerciali.

Nel primo caso la navigazione avviene per scopi sportivi o ricreativi che non abbiano fini di lucro.

Nel secondo caso l’unità da diporto viene utilizzata in particolari condizioni come l’insegnamento professionale della navigazione, come oggetto di contratti di locazione o noleggio, come appoggio per centri di immersione e di addestramento subacqueo durante le ore di pratica degli atleti. 

L’utilizzazione a fini commerciali deve essere annotata nell’Archivio telematico centrale delle unità da diporto (ATCN), con l’indicazione dei proprietari e delle attività svolte, dati riportati sulla licenza di navigazione.

A prescindere dal tipo di unità di diporto che possiedi oppure dall’utilizzo che ne fai, ricordati che a bordo è fondamentale avere tutto in regola e i documenti pronti per qualsiasi evenienza. 

Se vuoi fare chiarezza riguardo ai documenti obbligatori puoi leggere il nostro articolo, oppure contattarci (trovi tutte le modalità qui → https://www.diportofacile.com/contatti/).